Violenze in famiglia, la battaglia di una mamma per i suoi bambini

La cruda storia di una mamma catanzarese, che chiameremo convenzionalmente ‘Manuela’, è contenuta nelle carte giudiziarie da tempo allo studio di due note avvocatesse, Daniela Marcello e Silvia Ciampolini, specialiste del settore, facenti parte del direttivo della Associazione Donne Giuriste Italia sezione Firenze .

La storia

Le due legali raccontano che la triste vicenda di Manuela e dei suoi bambini inizia nel 2018 quando col marito si trasferisce in sud America per il lavoro di lui. Qui la donna, completamente sola con i piccoli figli, è vittima di violenza familiare e maltrattamenti e vorrebbe rientrare in Italia ma lui non acconsente.

Nel 2021, dopo un lockdown estenuante, la mamma catanzarese riesce ad avere dal marito il permesso a rientrare con i due figli, ma per soli due mesi.  In Italia Manuela si affida ad un centro antiviolenza ed affronta la causa di separazione, avanza denuncia penale per maltrattamenti e resiste all’istanza di rimpatrio del marito accolta dal Tribunale per i minori di Catanzaro.

Il provvedimento di rimpatrio in sud America dei piccoli è per legge immediatamente esecutivo e per questo i servizi sociali e gli organi di polizia facevano eseguire il rientro entro il 31 ottobre 2021 salvo situazioni di pregiudizio.

In questa storia, tragica e dolorosa come tutte quelle in cui una famiglia di disgrega, c’è un punto sul quale la coscienza collettiva deve interrogarsi – commentano le avvocatesse Marcello e Ciampolini – perché proprio prima di eseguire l’istanza di rimpatrio la signora ha ricevuto la notifica di una misura cautelare attuata nei confronti del marito con applicazione di braccialetto elettronico, causate dalla reiterata condotta criminosa dell’indagato per circa nove anni.

Una circostanza che non ha impedito all’uomo– continuano le due legali – di giungere a Catanzaro ed ottenere tramite polizia la consegna dei piccoli che ha portato con se dall’altra parte dell’oceano! Nulla da fare per i nostri provvedimenti d’urgenza presentati sia al Tribunale di Minori sia al Tribunale di Catanzaro.

Il parere delle legali

La sua vicenda testimonia che la violenza sulle donne non è solo quella fisica, psicologica ed economica che infliggono i loro uomini, compagni, mariti o padri – afferma la Marcello, Presidente dell’Associazione Donne Giuriste sezione Firenze  – ma anche quella di cui è capace il Sistema quando inchioda le vittime alle complesse e poco coordinate norme che regolano i rapporti familiari, tra divisioni di competenze, difficile bilanciamento tra protezione delle vittime e presunzione di innocenza del reo”

“Il faro che dovrebbe illuminare l’azione degli interpreti delle leggi è la tutela delle persone fragili, la salvaguardia dei minore – le fa eco la collega Silvia Ciampolini del Foro di Firenze –La convenzione di Istanbul è il trattato più importante a cui l’Italia ha aderito approvando riforme forti come il codice rosso.

Tuttavia ci sono troppi giudici, avvocati, funzionari Pa che inquadrano questa Convenzione come una cosa che riguardi solo studiosi e legislatore. Ancora in troppi non si fanno carico della violenza sulle donne, incuranti dei pericoli e dei danni che inevitabilmente a volte si concludono con l’uccisione da parte di un carnefice magari già denunciato e delle terribili conseguenze dirette di tanti bimbi

La situazione attuale

La legittimità dei provvedimenti giudiziari emessi sarà valutata nelle opportune sedi di gravame e le istanze di tutela saranno portate avanti ai giudici competenti – affermano le avvocatesse Marcello e Ciampolini –  visto che nessuno ha ritenuto dover sospendere l’esecuzione del rimpatrio e valutare nuove modalità consone alla nuova situazione, col padre destinatario di una misura cautelare penale notificata il 29 ottobre e ripartito con i piccolini il 3 novembre 2021.

La signora Manuela – in un tempestoso conflitto emotivo tra la propria incolumità e quella dei figli strappati ancora in tenera età – ha intesto adesso tornare in sud America per stare vicina ai suoi bambini, già provati dalle tensioni e soprattutto dall’improvviso distacco.

Su di lei – concludono le avvocatesse Marcello e Ciampolini – incombono tuttavia tutti i rischi immaginabili della situazione e della solitudine. Lì non ha ancora una casa né un lavoro, al momento l’ ex marito non sta versando alcun mantenimento,  sta tenendo con se i figli e lo farà fino a quando Manuela non sarà in grado di avere e mantenere una casa tutta sua.”

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