Violenza donne, il coraggio di Gemma: “Denunciate come me” – ESCLUSIVO

LETTERE IN REDAZIONE

In questo giorno che lei sente addosso come pochi altri, ha deciso di contattare la nostra redazione.

E’ forte Gemma (nome vero che lei stessa ci ha autorizzato a scrivere); è catanzarese doc, è donna, figlia, madre, lavoratrice. Quel rapporto con l’uomo che le stava accanto non era più giusto.

Ha sofferto, offesa e vilipesa nel corpo e nello spirito. Poi ha fatto quello che doveva fare. E che rifarebbe mille volte.

Per questo, per il senso di liberazione e di piena dignità che ha avvertito dopo tolto il peso, vuole essere utile alle altre donne nella stessa situazione.

Ecco il suo appello che CatanzaroTv pubblica come proprio contributo attivo, in questa giornata di sensibilizzazione di cui una società che si considera civile non dovrebbe avere bisogno (NDL)

*****

Violenza sulle donne: tre parole non bastano, sono troppo poche! E facile consigliare: “Denuncia” quando sùbito dietro uno schiaffo o uno spintone c’è l’uomo che pensavi di amare, che magari piange e ti chiede perdono; quando ci sono dei figli a cui non vuoi provocare vergogna, ci sono dei genitori ai quali non vuoi, per vergogna, dire che ti ammazza di botte; ci sono le amiche alle quali vuoi far credere che il tuo matrimonio sia perfetto.

Ma ad un certo punto, dopo anni magari, scatta qualcosa dentro di te. Nel mio caso, dopo innumerevoli soprusi, un coltello puntato alla gola, un’auto sfondata a pietrate con me dentro, giorni rinchiusa in casa, ad un certo punto è bastato uno spintone a mia figlia urlandole  “Sei come tua madre” che capisci di non poter tollerare oltre.

Io, donna che ho sempre lavorato, lui invece no, mi buttava addosso i suoi fallimenti.

Il giorno in cui andai in caserma (a Lido) per denunciare, ho trovato persone meravigliose: i poliziotti ricordo che andarono a comprare da mangiare ai miei figli. Dal primo istante mi sono sentita protetta, capita, amata.

Un percorso non difficile ma con una misura restrittiva che hanno notificato in 45 giorni. Poi il suo arresto ed io che per alcuni giorni non uscivo ancora da casa perché nella mia follia pensavo che potesse scappare dal carcere e farmi ancora male…

Vi supplico, donne : denunciate!  Comunque sia, un uomo di fronte ad una denuncia è inizia a calmarsi parecchio

Oggi il sole da guardare la mattina in serenità e in pace è il più bel regalo che dobbiamo farci o non morire di paura che si scarica il cellulare e sei fuori.

Nessuno può impedirci di vivere felici nessuno può farlo, non può sopratutto lui, l’ uomo che diceva di amarci.”

 

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


cinque − cinque =