Us Catanzaro: Luca, papà e quell’esordio al Ceravolo di 50 anni fa…

CALCIO & PASSIONE

Parte domani un’altra stagione calcistica per il Catanzaro, forse una delle più intriganti degli ultimi 20 anni.

L’esordio al Ceravolo e l’entusiasmo riportano alla mente una coincidenza particolare: la prima al Ceravolo di mezzo secolo fa, la prima assoluta in serie A, il 17 ottobre 1971.

Per questo pubblichiamo un reperto prezioso, la foto di un biglietto di quella partita, quando trentamila persone accalcate una sull’altra – felici in un assembramento allora pericoloso solo per gli spintoni –  – salutarono la prevedibile sconfitta contro l’Inter di Mazzola e Facchetti in un pomeriggio di  pura estasi calcistica

A fornire la foto di quel magico tagliando dei Distinti ed a ricordare la fede giallorossa trasmessa dal compianto papà Antonio, noto ed apprezzato dipendente alla Banca d’Italia, è Luca Rinaldis che a CatanzaroTV racconta così la sua prima gara al ‘tempio’.

20 Dicembre 1992. Quando tutto ebbe inizio.

“Quando papà mi portò per la prima volta al Ceravolo, c’era un anonimo Catanzaro-Atletico Leonzio di C. Finì 5-3 per noi ed io pensai :se questo è il calcio io non lo mollo più. Se questo è il Catanzaro sarà amore finché morte non ci separi”. E così è stato.

A 38 anni sono ancora ammalato di questa “malattia che non va più via” grazie a Lui che mi ha sempre trasmesso lo spirito di appartenenza e la passione per la Nostra città, le Nostre origini, la Nostra storia, i Nostri colori.

Da quel giorno è stato un crescendo. Sempre presente sui gradoni della Ovest. Un ragazzino che non aveva paura di pioggia, freddo, grandine perché aveva chi ne sapeva più di lui al suo fianco che sapeva come affrontare certi disagi perché l’importante era ESSERCI. Sempre e comunque.

Primi o ultimi in classifica non contava. Al Ceravolo si doveva andare.

Sicuro della mia fede calcistica incondizionata (i miei coetanei erano tutti juventini, milanisti, interisti…solito complesso di inferiorità che colpisce noi meridionali) decise di affidarmi una reliquia: il biglietto della prima partita di Serie A, stagione 71-72, Catanzaro – Inter. Risultato scontato, 0-2 per loro. Ma i racconti attorno a quel biglietto tutto evidenziavano tranne che la sconfitta.

Talmente il pienone, la gente non poteva stare normalmente una a fianco all’altra e faccia rivolta al prato, ma si stava accalcati sui gradoni quasi in fila indiana e per guardare il prato si doveva girare la testa di lato. C’era finanche gente seduta sul muro esterno che delimitava i gradoni dal vuoto. Non esisteva ancora la copertura in tribuna che fu fatta di fretta e furia lasciando poi quei pali che ancora oggi segnano un’epoca.

Cosa poteva interessare ai catanzaresi dei gol di Bedin e Facchetti? Giocavano i giallorossi. E si giocava in serie A. Non c’ero, non ero ancora nei pensieri dei miei genitori, ma quei racconti mi hanno fatto sentire sempre lì dentro quella bolgia.

Un giorno passerò questo testimone a mio figlio, sperando di potergli lasciare in consegna anche il nuovo “primo” biglietto della serie A che mi auguro di vivere in prima persona. Non so se riuscirò nella seconda missione, ma ce la metterò tutta a trasmettergli la stessa passione che è stata trasmessa a me. E che sia anche lui giallorosso finché morte non li separi.

Luca

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