La procura di Catanzaro ha scoperto un sistema truffaldino che aveva creato un presunto Stato autonomo ricoscendo pseudo-diritti e concessioni a chi ne faceva parte acquistandone la cittadinanza.
Una vendita della “Fontana di Trevi” riveduta e corretta ai tempi nostri, solo che i “gonzi” continuavano ad alimentarne i profitti.
Il gip ha accolto le richieste emettendo 12 richieste di custodia cautelare in attesa dei riscontri investigativi.
I BENEFICI DELLO ‘STATO DI S. GIORGIO’
I benefici più allettanti erano sicuramente quelli connessi alla riduzione dell’imposizione fiscale, con un’aliquota pari solo al 5% da versare al nuovo Stato di appartenenza con correlativa esenzione dalla corresponsione delle imposte ln Italia;
quelli afferenti alla opportunità di preservare i propri beni da possibili azioni esecutive dello Stato italiano una volta divenuti beni “sangiorgesi”; quelli di poter continuare a esercitare la professione medica nonostante la radiazione o la sospensione dall’albo e di poter essere esentati dagli obblighi vaccinali.
Nell’ambito del procedimento – convenzionalmente denominato “L’isola che non c’è” – il gip ha riconosciuto la sussistenza della gravità indiziaria anche per i delitti di illecita fabbricazione e possesso di documenti falsi. Gli indagati avrebbero infatti adottato dei documenti di riconoscimento contraffatti (passaporti, carte d’identità diplomatiche), totalmente corrispondenti ai format internazionali, utilizzati in diverse strutture alberghiere, sul territorio nazionale ed estero, nonché nel corso di controlli di polizia, come avvenuto a Catanzaro e in alcuni aeroporti, anche per gestire traffici illeciti di sostanza stupefacente. In almeno un caso, è emerso l’utilizzo di una patente di guida dello Stato Antartico per superare un controllo stradale di Polizia.
I proventi illeciti acquisiti, quantificati in un importo superiore a 400.000 euro, sarebbero stati poi oggetto di successive condotte di riciclaggio attraverso un conto estero situato in territorio maltese, dove avrebbe sede una rappresentanza dello Stato.
In almeno due casi è emersa anche la vendita di terreni in Antartide con annesso titolo nobiliare. E un’ulteriore somma di denaro avrebbe consentito l’acquisto dell’isola di Kouneli, in Grecia, utile a dare una concreta territorialità allo Stato. I reati contestati sono quelli di associazione a delinquere, truffa, fabbricazione e possesso di documenti falsi validi per l’espatrio e riciclaggio.
L’AVVIO DELLE INDAGINI
Le indagini hanno preso avvio il 7 aprile 2021 dalla perquisizione di un immobile di Catanzaro, sedicente sede diplomatica dello “Stato Teocratico” e hanno progressivamente portato a delineare l’esistenza di un’associazione a delinquere operante su tutto il territorio nazionale, con ‘basi’ a Catanzaro, Alcamo e Teramo, finalizzata alla commissione di un numero indeterminato di truffe basate appunto sull’esistenza dello Stato, dotato di un’autonoma sovranità e di connessi privilegi, asseritamente in forza del Trattato Antartico del 1959.
I neo cittadini ponesavano di ricevere finanziamenti per i propri progetti di ricerca, di fruire di una burocrazia più snella o di utilizzare i documenti dello Stato per circolare liberamente in Italia e all’estero.
CENTINAIA DI PERSONE TRUFFATE
Lo “Stato Teocratico Antartico di San Giorgio” vantava un capo di Stato, un governo e relativi ministri, una Corte di giustizia, un Tribunale supremo, una gazzetta ufficiale e la possibilità di rilasciare documenti di identità validi anche per l’espatrio.
Ma le oltre 700 persone residenti in tutta Italia che hanno pagato dai 200 ai 1.000 euro per ottenerne la cittadinanza hanno scoperto sulla propria pelle che lo Stato esisteva solo sulla carta. Così come i tanti benefit – soprattutto di natura economica e fiscale – legati a quella cittadinanza.
E’ il ‘cuore’ del mega raggiro scoperto dalla Polizia di Stato di Catanzaro: 30 gli indagati, 12 le ordinanze di applicazione degli arresti domiciliari (più un obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria) emesse dal gip di Catanzaro ed eseguite dalla Digos del capoluogo calabrese.
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