“L’unica cosa che la famiglia chiede è il rispetto del loro dolore al momento, e giustizia per queste morti”.
A dirlo è l’avvocato Valentina Macrì (a destra nella foto), legale della famiglia Corasoniti distrutta dall’incendio della loro abitazione nel quartiere Pistotia a Catanzaro: il rogo ha provocato la morte dei tre fratelli Corasoniti, Saverio, 22 anni, affetto da autismo, Aldo (15) e Mattia (12 anni), e il ferimento degli altri quattro componenti della famiglia, il padre delle vittime Vitaliano Corasoniti, di 42 anni, un fratellino, Antonello (14),ricoverati nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Catanzaro, e inoltre la madre delle vittime, Rita Mazzei (41), ricoverata nel Centro grandi ustionati di Bari, e una sorellina delle vittime, Zaira Mara (10), ricoverata nel reparto di rianimazione pediatrica dell’ospedale Santobono di Napoli.
Parlando con i giornalisti a margine dei sopralluoghi di questa mattina sul luogo della tragedia da parte delle forze dell’ordine e dei periti di parte, l’avvocato Macrì ha spiegato che “la famiglia chiede il massimo riserbo e il rispetto del loro dolore in questo momento, perché sono straziati. La famiglia è devastata. I feriti non sono al momento del tutto coscienti, non possiamo dire altro perché – ha rilevato il legale della famiglia Corasoniti – non lo sappiamo nemmeno noi in quanto nemmeno ai familiari dicono tutto, ma sono consapevoli di quello che è accaduto. Non hanno detto nulla perché non sono in grado di dire nulla né tantomeno lo possiamo fare noi. L’unica cosa che la famiglia chiede – ha rimarcato Macrì – è il rispetto del loro dolore al momento, e giustizia per queste morti, niente altro”.
Macrì ha quindi confermato che i feriti comunque “sono tutti in prognosi riservata”, aggiungendo che “bisogna fare agli accertamenti, aspettiamo che siano fatte le indagini del caso”.
Ad affiancare l’avvocato Macrì anche l’avvocato Francesco Gigliotti (a sinistra in foto) che assiste la famiglia di Rita Mazzei, moglie di Vitaliano Corasoniti e madre dei ragazzi coinvolti nel rogo mortale.
(AGI)
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