“Adesso, cucimi cuore.” È questo il titolo della poesia con cui Felice Foresta si è aggiudicato il primo posto al Concorso Casinius 2022 a Casignana.
Una terrazza affacciata sul mare Jonio, nell’antico e bellissimo borgo del reggino, ha fatto da sfondo a una manifestazione sobria, suggestiva e, a tratti, anche emozionante. Tra il pubblico anche la poetessa Agata Mazzitelli e la scrittrice Palma Comandè.
L’autore catanzarese ha letto, accompagnato dal commento musicale del maestro Antonella Di Natale, la sua poesia con non poca commozione.
Il tema della lirica, una sorta di preghiera laica dedicata da un figlio al padre, è del resto molto forte e ha coinvolto il numeroso pubblico presente.
Nelle righe di Felice Foresta, di professione avvocato con divagazioni e passioni letterarie, si avverte sensibile e marcato l’afrore dell’assenza, e la necessità di colmarla con la rivisitazione forse più pedagogica che malinconica del vissuto di un figlio. Delle sue inadempienze, dei suoi limiti, dei suoi anni ostili che si frangono sulle spalle del genitore. Di cui non si tratteggia nulla se non la sua sagoma in controluce, la sua ontologica primazia nei confronti del figlio, la sua dilatazione spazio-temporale che si tinge di certo e di dubbio, di eterno e di quotidiano, di amore e di morte.
“Il rapporto fra un figlio e un padre – dice l’autore – è e rimarrà un nodo irrisolto. È nella natura delle cose l’insondabilità e la grandezza di un legame che trascende il fatto meramente filiale. Un padre muta nel corso degli anni nella considerazione di un figlio. Da eroe ad amico. Da censore a complice. Da uomo capace di sbagliare a trasfigurazione terrena di quel Dio che ognuno si costruisce e da cui si sente inesorabilmente protetto, amato, custodito.”
“Sono felice – ha dichiarato Felice Foresta – per il premio che non va a me, ma a tutti i figli che, anche nella mancanza, vivono e continuano a vivere nei loro padri. E sono grato agli organizzatori del Premio Casinius che confermano, ancora una volta, come la cultura non sia appannaggio soltanto delle grandi platee, ma anche e sopratutto dei piccoli paesi, dei piccoli paesi della nostra straordinaria Calabria, che sanno interpretare meglio di chiunque altro nostri più impenetrabili misteri interiori. Quelli che si riescono a indagare solo attraverso la poesia e attraverso chi la coltiva.”
“Ho trascorso – conclude – un pomeriggio indimenticabile, che mi ha arricchito tanto e che ancora una volta mi induce a ritenere che solo nei paesi, e nella sua gente, ci sia la chiave di lettura di un nuovo racconto della Calabria. “
ADESSO, CUCIMI IL CUORE.
Adesso, cucimi il cuore
Sul tuo andare piano
Sui tuoi respiri corti e offesi
Sulle tue sere buffe di calli tra le dita
Adesso, cucimi il cuore
Sulla guancia della misericordia e del peccato
Sulle mie partenze adultere di ginestra e timo
Sul greto ribelle dei miei anni ostili
Adesso, cucimi il cuore
Per consegnarlo vinto ai fiordi della neve
Per rincorrerlo stanco tra le rive di un rimpianto
Per lasciarlo ammainato sul dorso dei sorrisi
Adesso, cucimi il cuore
Per confondere la mia storia pellegrina tra le tue
Per raccogliere un senso curvo e farlo figlio
Per pregare un credo che ho perduto
Adesso, cucimi il cuore
Ché il cielo è incerto
E l’altopiano piange
Ed io non so il cammino
Pa’
Catanzaro 30 marzo 2022
Felice Foresta
+
Commenta per primo