Tra le più significative e suggestive celebrazioni che ricorrono durante l’anno liturgico si colloca la “Messa del Crisma”, la celebrazione eucaristica, presieduta dal Vescovo e concelebrata da tutti i sacerdoti della diocesi, nella Chiesa Cattedrale, nel corso della quale si benedicono gli oli santi e si consacra il crisma. Con il Concilio Vaticano II, la Messa crismale ha avuto una più chiara sistemazione e significato, grazie all’opera della riforma liturgica voluta da Paolo VI che ha voluto introdurre la rinnovazione delle promesse sacerdotali, nell’intento di conferire alla Messa crismale la caratteristica di “festa sacerdotale”.
Così è stato anche quest’anno nella nostra diocesi: presbiteri, diaconi e il popolo di Dio sono convenuti nella Concattedrale di Squillace, riuniti attorno all’Arcivescovo Claudio Maniago, per vivere una vera festa del sacerdozio ministeriale, da comprendersi all’interno di tutto il popolo sacerdotale. Parole forti, incisive e significative quelle pronunciate da monsignor Maniago nell’omelia: “Dobbiamo cogliere la grazia di questi giorni pasquali che nella memoria della Risurrezione del Signore ci offrono l’opportunità di crescere nella vita nuova che donataci, per interrogarci come Presbiterio, sulla qualità delle nostre relazioni, sulla sincerità del nostro stare insieme, sul reale impegno di comunione che ci renda più credibili nell’annuncio del Vangelo.
Dobbiamo desiderare la fraternità che ci chiede il Signore e dobbiamo impegnarci anche con qualche sacrificio, per superare qualunque ostacolo ci impedisca di viverne il giusto clima fra noi”. Un particolare accento monsignor Maniago lo ha riservato al valore del rinnovo delle promesse sacerdotali: “Rinnovandole questa sera, ci rendiamo conto che, seppure il ministero conservi nel tempo la sua fisionomia essenziale, esso va situato e vissuto all’interno del contesto culturale e sociale in cui la Chiesa vive e opera, nella nostra Chiesa qui e oggi! Solo in questo modo il presbitero saprà rispondere alle attese della gente a cui il Signore lo ha inviato. Ci rendiamo conto che non è possibile semplicemente essere ripetitivi di quanto si è fatto sino a ora e, al tempo stesso, non è facile percorrere sentieri nuovi”.
Maniago ha significativamente ripreso anche le esortazioni condivise da Papa Francesco pochi giorni fa ai Vescovi della Calabria: “Anch’io insieme agli altri vescovi, mi trovo di fronte a un non facile discernimento tra il nuovo, che ancora non si delinea chiaramente, e uno stile legato al passato che rassicura, ma che ormai non parla più come prima. Papa Francesco ha spronato recentemente noi vescovi calabresi a interrogarci seriamente sulla formazione che i giovani ricevono nel Seminario, e ci ha invitati a cercare proposte forti che mettano loro di fronte alla realtà ecclesiale attuale e non a una ideale o astratta, che forse non corrisponde a quella che vivranno nel ministero pastorale, una volta usciti dal Seminario”.
La solenne liturgia è proseguita con la benedizione degli oli santi, offerti dalle parrocchie “Santa Maria Assunta” in Zagarise e “Santa Maria della Roccella”. Per il Santo Crisma, preparato con gli aromi adeguati e il bergamotto offerto dalla diocesi di Locri, utilizzato anche l’olio del “Giardino della Memoria” di Capaci, simbolo di tutti gli uomini e le donne che hanno lottato contro la mafia pagando il caro prezzo della vita, a testimonianza che dal dolore nasce amore.
Il rito della benedizione degli oli sottolinea il mistero della chiesa come sacramento globale di Cristo, che santifica ogni realtà e situazione di vita, come ha specificato Maniago: “La benedizione dei tre oli ci richiama alcuni tratti irrinunciabili di questo ministero di “unzione” ato affidato a vantaggio di tutti. L’olio per gli infermi ci ricorda che siamo chiamati a portare conforto a quanti sono malati nel corpo, nell’anima e nello spirito, perché siano liberati da ogni malattia, angoscia e dolore.
Quello dei catecumeni ci chiede di essere vicini a ogni uomo che cerca la verità perché conosca più profondamente il Vangelo di Cristo, comprenda la bellezza della vita cristiana e la gioia di rinascere e vivere nella tua Chiesa. L’olio santo del Crisma ci richiama a far si che come discepoli di Cristo, ci impegniamo a spandere il profumo di una vita santa, collaborando al suo disegno di salvezza per tutti, consapevoli della grande dignità che ci è stdonata nel battesimo”.
All’inizio della messa del Giovedì Santo “nella Cena del Signore” che si celebra nelle parrocchie, gli oli saranno presentati e accolti in ogni singola comunità come segni della salvezza pasquale e di unità e comunione con il vescovo e tra di loro.
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