Medicina sdoppiata, CNC: “Svegliatevi, noi lo siamo già da 10 anni”

 

Ciò che sta accadendo attorno alla vicenda universitaria di Medicina impone alcune riflessioni.

Innanzitutto, e a dispetto delle tante parole che si stanno ascoltando, diciamo subito che lo scippo dell’UNICAL è praticamente cosa fatta: si tratta solo di organizzare i tempi tecnici per attivare il triennio clinico, mentre il primo triennio sarebbe già disponibile; e ovviamente attendere il nulla osta dei due ministeri competenti.

C’è poi un’amara ma assoluta veritiera considerazione: tutto ciò è anche figlio della pochezza politica catanzarese degli ultimi decenni. Laddove ad esempio Reggio e Cosenza si sono opposte alla creazione, nel loro seno, di nuove province, Catanzaro elargiva e acconsentiva alla creazione di nuovi piccoli e inutili enti (leggi Crotone e Vibo) senza ottenere alcuna contropartita.

Dove Laddove Reggio e Cosenza tenevano stretti a sé uffici, ruoli e funzioni tipicamente spettanti al capoluogo di Regione (leggi sede RAI, Consiglio Regionale, Dogane, Direzione del Lavoro, Soprintendenze), Catanzaro mostrava mollezza senza pretendere alcun bilanciamento dallo Stato, anzi assistendo all’ulteriore beffardo aggravarsi di tali vicende (leggi Soprintendenza a Crotone).

Laddove persino un’ovvia e legittima aggiunta del toponimo “Catanzaro” alla denominazione dello scalo aeroportuale diventa un problema di lesa maestà alla vicina e campanilistica Lamezia, si odono cori isterici di gente indignata contro il capoluogo, anziché, come si sarebbe atteso, voci di pensiero obiettivo e razionale.

Questa stessa gente perché non si indigna contro l’ennesimo danno a Catanzaro?

Catanzaro è assediata. Questo è certo. Ma altrettanto certo è il dato che ci dice di una politica catanzarese inconcludente, chiacchierona, scarsa. Da decenni. Ciò che consente agli altri territori di affondare la lama dei loro interessi e bramosie nel burro molle, fesso e accondiscendente di Catanzaro e dei suoi piccoli politici che tributano onori a chi non nasconde astio verso la nostra città, salvo piangere lacrime di coccodrillo a danno consumato.

Potremmo sottolineare che “Noi ve l’avevamo detto”, e nel caso specifico di Medicina il nostro Movimento ve lo aveva detto per davvero più di dieci anni fa quando gli ingordi ambienti cosentini muovevano i primi passi di questo scippo.

Né ci piace infierire sul ‘povero’ rettore De Sarro poiché non è l’unico colpevole, nonostante la sua sia una colpa grandissima e gravissima. Quello che non comprendiamo è perché le Università calabresi anziché collaborare senza pestarsi i piedi non fanno altro che fomentare guerre tra poveri.

Perché Cosenza sente il diritto arrogante di dover scavalcare gli altri ma non accetta la reciprocità? Perché non inseguire la complementarità regionale dell’offerta didattica anziché sconfinare nel terreno altrui?

Riteniamo che una facoltà di Architettura per la Calabria sia sufficiente, pertanto noi siamo fautori di una valorizzazione di quella esistente a Reggio; riteniamo che una facoltà di Ingegneria per la Calabria sia sufficiente, pertanto noi siamo fautori di una valorizzazione di quella esistente a Cosenza.

E infatti l’Università catanzarese non ha mai pestato i piedi alle Università consorelle. Non comprendiamo però perché Catanzaro, e sempre e solo Catanzaro, abbia già subìto e tuttora continui a subire queste vessazioni dagli altri atenei regionali: dopo i corsi fotocopia di Giurisprudenza aperti a Reggio e a Cosenza, dopo la duplicazione di Ingegneria Biomedica all’Unical, dopo la soppressione di Scienze Motorie e Veterinaria, dopo l’abominio del corso interateneo, dopo la riduzione delle Scuole di specializzazione, oggi assistiamo all’ennesimo maltrattamento col doppione di Medicina.

Sia chiara una cosa: non siamo contrari a tale doppione in modo pregiudizievole, ma lo siamo in base ai dati oggettivi, ai numeri attuali in rapporto alla popolazione regionale e alle relazioni di sostenibilità economica dei ministeri: sono tutti dati che non suggeriscono un’altra Medicina in Calabria.

Persino il governatore Occhiuto ha commesso una gaffe clamorosa affermando che se in Veneto (5 milioni di abitanti) esistono 8 facoltà mediche, in Calabria (1,7 milioni di abitanti) potrebbero essercene due: peccato però che in Veneto ce ne sono soltanto due (Padova e Verona) e che il confronto vieta dunque il doppione nella nostra regione.

Perché allora perseverare in questo sbaglio? Perché allora non istituire Architettura, Ingegneria, Scienze Politiche, Agraria, Geologia anche a Catanzaro? Perché non portare l’Alta Velocità nel capoluogo di regione? E la Rai. E le Soprintendenze. Perché non costruire un “lungomare” a Cosenza spostando il Tirreno di qualche decina di  chilometri?

Se il sonno della ragione ha generato questo mostro tutto calabrese, se FarWest deve essere… allora anche Catanzaro dovrebbe partecipare al gioco.

 Movimento Civico Indipendente “Catanzaronelcuore”

 

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