Maxi-peperoncino del maestro Carta davanti al laboratorio del ‘Ciacio’

Un gigantesco peperoncino  lungo 4 metri color rosso fuoco giganteggia dal 31 dicembre nel pieno centro della città capoluogo della Calabria, Catanzaro.

Scoperta alla presenza di autorità locali, del direttore creativo della ‘Notte Piccante’ Roberto Talarico e del giornalista Klaus Davi, l’opera creata appositamente dal maestro Giuseppe Carta premiato a livello internazionale,  vuole essere al tempo stesso un simbolo benaugurale per tutta l’umanità affinché la brutta parentesi del covid sia lasciata definitivamente  alle spalle  e anche la promozione di una eccellenza calabrese nota e apprezzata  in tutto il mondo.

Si è vissuto così un momento di particolare intensità artistica e suggestione tra la riscoperta delle più belle opere di Saverio Rotundo, che non si finiscono mai di ammirare, e la vivida brillantezza del grande peperoncino del Maestro Carta, una vera icona celebrativa che inorgoglisce Catanzaro e tutti i visitatori al suo cospetto.

L’ARTISTA

Giuseppe Carta è un artista dai riconoscimenti internazionali che guarda con attenzione lenticolare alla Natura e alla Terra quali elementi di Vita primordiale. Per capacità comunicativa e suggestione le opere di Giuseppe Carta che riproducono i frutti della terra sono un veicolo eccezionale per traghettare il valore dei prodotti della terra all’interno del messaggio universale dell’Arte, per farli diventare da elementi
irrinunciabili della nostra vita oggetti vivi e preziosi, fino a concepirli, come dei veri e propri monumenti contemporanei della nostra esperienza artistica collettiva.

Il percorso che Carta segue non è solo intuitivo e immaginifico, ma è soprattutto perizia tecnica, il livello raggiunto di interpretazione del vero della natura con il vero della pittura e con quello della scultura.
Quello di Giuseppe Carta è uno sguardo attento e preciso tanto all’insieme quanto al particolare, ma anche all’ambientazione e alla sapiente scenografia della summa dei singoli pezzi, perché anche in natura i frutti dell’orto sono ognuno identico a se stesso, ma costituiscono un insieme armonico, in equilibrio visivo.

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