Un trattamento interdisciplinare di alta complessità è stato portato a termine all’Ospedale “Giovanni Paolo II” di Lamezia Terme su una donna di 29 anni ricoverata nel reparto di Medicina. Alla paziente era stata fatta una diagnosi di trombosi dell’asse venoso iliaco sinistro delle vene iliache comuni, esterne e interne, della vena grande safena, della vena femorale e della vena cava inferiore, a causa di una malattia dell’emostasi e necessitava
di un intervento ginecologico ad alto rischio emorragico.
Si è deciso quindi un approccio clinico sequenziale, molto rapido, con l’intervento multidisciplinare di più professionisti.
Dopo un periodo di terapia anticoagulante, a distanza di 16 ore dall’ingresso in ospedale è stato somministrato un inibitore dell’anticoagulante, un anticorpo monoclonale e nei minuti successivi in una sequenza ben coordinata fra le varie equipe, è stato eseguito l’intervento ginecologico. Dopo
qualche ora è stato effettuato un trattamento con un farmaco anticoagulante. La sequenza delle decisioni e delle attività cliniche è stata molto rapida e tutto si è svolto in poco meno di 18 ore dall’ingresso in ospedale della donna.
Il decorso post-operatorio è stato normale , la paziente non haavuto alcun evento avverso e non ha avuto le temute complicanze a carico del sistema della coagulazione che potevano essere sia emorragiche sia eventi embolici. Il caso ha dato luogo ad una pubblicazione scientifica su riviste ad elevato impatto scientifico perché rappresenta una “best practice” in Medicina. Le attività cliniche sono state gestite dal direttore della Unità Operativa Medicina Interna dott. Gerardo Mancuso e dal direttore della Unità Operativa Ginecologia dott.ssa Lia Ermio, coadiuvati dall’equipe medica ed infermieristica dei due reparti, dal direttore del Reparto Farmacia dott. José Francisco Aloe e da una equipe anestesiologica.