Il silenzio e gli applausi, il bianco delle bare, il nero del lutto

I palloncini bianchi arrivano presto, intorno alle 13, per essere posizionati nella basilica dell’Immacolata.

Il loro viaggio finale sarà in cielo, dopo circa tre ore, per raggiungere Saverio, Mattia e Aldo. Anche loro, come i presenti dentro e fuori la chiesa, assistono inermi e silenti al tempo del dolore.

Spezzato da qualche pianto, sincero, che colpisce anche i catanzaresi non vicini ai Corasaniti per legami di sangue.

E concluso con gli applausi che accompagnano i tre feretri nelle auto che li condurranno all’ultimo viaggio. A salutarli, ad augurargli di risposare in pace, a commuoversi per un dolore toccanti tanti – ma non tantissimi – catanzaresi che, pur non trovando spazio in chiesa, vogliono esserci sulle scale o sul corso, per assistere ai funerali dei tre giovani.

Gente comune riempie un corso che però pare fermo, muto. Anche di auto ne passano poche e il consueto vociare nella piazza più centrale e popolosa della città è assente. Il dolore supera il caos, il traffico. Qualcuno si guarda intorno, vede tanta gente ma se ne aspettava di più.

Eppure, qualcun’altro fa notare, ognuno questi momenti li vive come meglio si sente e magari in altre zone della città o nelle case c’è lo stesso silenzio e il medesimo raccoglimento, seguendo le varie dirette sul web.

Non contano i numeri, né si deve essere li per curiosità, per vedere chi c’è e chi no, per poi accusare, polemizzare. È un momento di unità in un pomeriggio insolito.

Insolito perché c’è un caldo anomalo, insolito perché è anomalo morire così: inermi e senza colpa. La sensazione della gente comune fuori dalla Basilica è questa.

Così, quando qualcuno, quasi inevitabilmente, parla delle indagini, del perché e del come, si sente dire: ora non serve, pensiamo a questi tre poveri ragazzi. Pensieri, preghiere, lacrime e applausi.

Come quello che accompagna le parole della nonna dei tre giovani specie quando chiede ai suoi nipoti di vegliare sul resto della famiglia. L’applauso che nasce nella piazza è sinonimo di vicinanza, è un voler dire: ci siamo anche noi e questo applauso ve lo dimostra.

Poi escono i feretri, l’ennesimo battito di mani e i palloncini che volano in cielo per raggiungere Saverio, Mattia e Aldo.

Le auto ripartono, una sirena dei vigili urbani rompe il silenzio e il Corso piano piano torna alla sua normalità. Ma ogni qualvolta si alzeranno gli occhi al cielo, tra il traffico e il vociare, si vedranno tre angeli e qualche palloncino bianco.

(F.C.)

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