Ecco Linares, il questore dell’attacco “a tre punte” che amava Palanca

“Guardate, io penso che in ogni città Prefetto, Questore e Sindaco siano l’ attacco “a tre punte” della sicurezza. E poi rimanendo in tema sappiate che da giovane avevo due idoli calcistici, Paolo Rossi ed il vostro Massimo Palanca”

E’ stata una presentazione stampa affatto informale e molto simbiotica quella del neo questore di Catanzaro Giuseppe Linares, insediatosi dal primo ottobre nel capoluogo di regione.

“Ho fatto un giro da sconosciuto per le strade ed ho visto tanta operosità, curiosità e voglia di tranquillità ed è questo che dobbiamo assicurare alle persone e per farlo ci vuole molto ascolto. Dobbiamo aiutare Catanzaro per quelle che sono le nostre possibilità, a elevarsi ancora di più e spero di essere uno dei volani di questo fenomeno che ho colto e credo ci siano le premesse per poterlo fare.  Ecco perché parlo di essere il questore delle persone che deve stare in mezzo alla gente. Il questore è un mediatore dalle istituzioni e la gente”.

CARRIERA

Una lunga esperienza alle spalle, Linares ha svolto le funzioni di capo della Squadra mobile e di dirigente della Divisione polizia anticrimine della Questura di Trapani e, successivamente, di capo centro della Direzione investigativa antimafia di Napoli seguendo indagini, sia di investigazione giudiziaria che di ablazione preventiva finalizzata alla confisca, contro le varie forme di criminalità comune ed organizzata. Nel giugno 2018 ha assunto le funzioni di direttore del Servizio centrale anticrimine della Polizia di Stato, struttura nata per l’impulso alle strategie di analisi e supporto investigativo per l’applicazione delle misure di prevenzione personali, con particolare riguardo alla tutela delle vittime vulnerabili e della vivibilità urbana, e patrimoniali previste dal codice Antimafia nei confronti della criminalità organizzata.

CULTURA E’ SICUREZZA

“Tenterò ancora di più nel solco tracciato in questi anni – ha aggiunto Linares – di avere una Questura ancora più visibile, che diventi patrimonio comune di ogni catanzarese. Le istituzioni non sono di coloro che stanno all’interno ma dei cittadini. Su questo vorrei essere il questore di tutti il questore con cui tutti possono parlare. Mi aspetto molto anche dall’ambiente alla cultura catanzarese perché la cultura è volano di sicurezza in partecipazioni che devono coinvolgere scuole, università, tutti i movimenti di pensiero. Tutto questo deve essere visto all’interno di un grande calderone nel quale il questore è ingranaggio assieme a tutti gli altri però è una di quelle rotelle che muovono con più forza. Ovviamente da solo nulla può essere fatto se questo sistema non si realizza. Io credo che ci siano le premesse per poterlo fare nel solco di quanto si sta facendo. Il questore deve essere uno dei protagonisti della spinta del territorio in cui opera a migliorarsi, non solo sotto il profilo della sicurezza ma proprio per diminuire le diversità, le marginalità, per aiutare e sostenere le attività produttive, per sostenere l’impresa lecita, il vivere ordinato, la vivibilità e serenità della società in cui opera”.

PREVENZIONE

Il nuovo questore di Catanzaro ha sottolineato anche l’importanza delle misure di prevenzione, materia di cui è profondo conoscitore. “L’azienda criminale – ha spiegato – lede la libera economia e minaccia le attività che si invece si muovono nel rispetto delle regole. Il senso delle indagini patrimoniali è quello di ripristinare le regole di libera concorrenza. Su Catanzaro dobbiamo vedere come fanno le cose e lo faremo col Tribunale misure di prevenzione e in coordinamento con la Procura della Repubblica distrettuale. Questo, però, non può essere fatto se non c’è un’investigazione attenta sui territori per vedere dove insistono le organizzazioni criminali e nel modo migliore possibile sulla base anche delle risorse a disposizione”.