Cavalluccio marino nelle acque di Montepaone Lido

La scoperta di un biologo marino che racconta la sua esperienza

“Quel piccolo cavalluccio marino sembrava una virgola disegnata nel blu. Chiamo Gianni e Luca, apro le mani e condivido con loro la magia di quell’incontro. L’emozione più bella in tanti anni di mare, esclama Gianni uscendo dall’acqua. Mi ricordo che tempo fa chiesi ai bambini di una scuola cosa fosse il cavalluccio marino e uno di loro corse verso la maestra per conoscere la risposta: è un crostaceo. No, è un pesce risposi guardando la maestra. Un pesce, però, dall’aspetto veramente particolare. La testa sembra quella di un cavallo, mentre il corpo, diviso in tanti segmenti, ricorda quello di un bruco, da cui l’altro suo nome di ippocampo (dal greco hippos, cavallo e kampe, bruco). Inoltre, è l’unico pesce che nuota in posizione verticale, utilizzando una piccola pinna dorsale a forma di ventaglio, e con la testa ad angolo retto rispetto al tronco”. A raccontare il particolare incontro è il biologo marino, Luciano Bernardo.

“Certo – prosegue – non è un buon nuotatore e trascorre gran parte del suo tempo aggrappato con la coda prensile ad alghe e altri oggetti, in attesa di prede che aspira con la sua bocca a “pipetta”. L’aspetto più sorprendente riguarda la riproduzione, con una “gravidanza” al maschile. Nel periodo riproduttivo, infatti, la femmina introduce le uova in una tasca ventrale del maschio che contemporaneamente le feconda. Gli embrioni si sviluppano in questa specie di marsupio che non rappresenta solo una protezione, ma assicura, attraverso i suoi vasi sanguigni, anche l’ossigeno e in nutrimento, proprio come una placenta. Dopo una gestazione di circa un mese, il panciuto papà-cavalluccio espellerà centinaia di minuscoli cavallucci marini, già completamente formati. Nel Mediterraneo, esistono due specie: il cavalluccio marino comune (Hippocampus guttulatus) e il cavalluccio marino camuso (Hippocampus hippocampus). Entrambi sono ormai molto rari, decimati da inquinamento e pesca. Nel mare di Montepaone, abbiamo incontrato un esemplare della seconda specie, che si distingue per il muso più corto e una cresta triangolare sulla nuca. Era una femmina, riconoscibile dagli anelli ossei addominali che nei maschi sono coperti dal marsupio e l’addome risulta liscio”.

Commenta per primo

Lascia un commento

L'indirizzo email non sarà pubblicato.


*


9 + 11 =