La vittoria delle dipendenti sul datore di lavoro col vizio della ‘cresta’ sugli stipendi
Un uomo di 52 anni, V.P., appartenente all’Arma dei Carabinieri, è stato condannato in primo grado a 3 anni ed 8 mesi di reclusione dal tribunale di Catanzaro per estorsione continuata ai danni di alcune dipendenti in quanto gestore di fatto di alcuni negozi intestati alla consorte.
Ci sono voluti ben 7 anni di processo, il coraggio di due ex lavoratrici e la tenacia dei loro legali, per stabilire la responsabilità penale del soggetto che gestiva alcune attività commerciali del soveratese e del catanzarese.
L’uomo, che ha subìto anche l’interdizione dai pubblici uffici oltre a 2000 euro ri multa, dovrà pagare anche il risarcimento dei danni patiti dalle due parti civili, difese rispettivamente dagli avvocati Eliana Corapi e Domenico Calabretta.
Il giudice, Lidia Gennaro, al termine dell’istruttoria dibattimentale ha ritenuto provata la condotta estorsiva del Panella in quanto ha accertato come lo stesso abbia costretto le parti civili a percepire retribuzioni per il lavoro prestato inferiori a quanto pattuito e riportato in busta paga, minacciandole di licenziarle e di sostituirle con altra forza lavoro.
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