Bancarotta Sorgat, imprenditore condannato a cinque anni

Il Tribunale di Catanzaro (presidente Antonella De Simone e giudici a latere Luca Bonifacio e Fabiana Giacchetti) ha condannato a 5 anni di reclusione l’imprenditore catanzarese Alberto Tiriolo, accusato di bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale in esito al fallimento della SOA Sorgat srl, società autorizzata al rilascio alle Imprese, previa verifica dei requisiti, dell’attestazione SOA, vale a dire la certificazione obbligatoria per la partecipazione a gare d’appalto per l’esecuzione di appalti pubblici di lavori.

Al Tiriolo, difeso dagli avvocati Saverio Loiero e Andrea Gatto, sono state anche applicate le pene accessorie della inabilitazione all’esercizio dell’attività di impresa e di uffici direttivi presso qualsiasi impresa per la durata della pena, nonché dell’interdizione legale per la durata della pena e dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici, oltre alla condanna al risarcimento del danno nei confronti della Curatela fallimentare.

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Il pubblico ministero, dott. Domenico Assumma, aveva chiesto la condanna ad anni 6.

Nel processo si sono costituiti parte civile le società Fra.Ro. e Scudo investimenti, quest’ultima rappresentata dall’avvocato Domenico Grisolia, e la Curatela del fallimento SOA Sorgat, nella persona del curatore dottor Gennaro Brescia, rappresentato dall’avvocato Francesco Iacopino.

Prescritti, invece, i reati tributari pure contestati al Tiriolo, assolto solo per una condotta distrattiva di € 46.000 (corrispondente ai beni non rinvenuti in sede di inventario), rispetto all’importo complessivo della distrazione contestata, pari a 5 milioni e 800 mila euro.

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Si è trattato di un dibattimento lungo e complesso, originato dal fallimento della società e dalle conseguenti indagini del Curatore e della Guardia di Finanza che, oltre a configurare –appunto- una distrazione superiore ai cinque milioni di euro, ha portato in emersione un giro di false fatturazioni per ‘coprire’ i rilevanti ammanchi e un conto corrente a San Marino, non inserito nella contabilità, pur avendo movimentato rilevanti importi.

La vicenda, in ogni caso, non pare conclusa, dal momento che è pendente un parallelo procedimento nei confronti del ragioniere della società, Salvatore Caligiuri, ragioniere della SOA Sorgat e stretto collaboratore del Tiriolo, per il quale la Procura ha ipotizzato il concorso nella bancarotta fraudolenta patrimoniale e documentale già riconosciuta oggi, in primo grado, nei confronti dell’imprenditore catanzarese.

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