Vitambiente discute il ‘verde’ con studenti scientifici e agrari

Il Movimento Vitambiente ha tenuto, nella Sala Concerti del Comune di Catanzaro, un evento sull’importanza del “verde urbano”.

Si tratta degli studenti del Liceo Scientifico “L. Siciliani” e dell’Istituto Tecnico Agrario Statale “Vittorio Emanuele II”,  presenti in numerosi, hanno interagito attivamente con i relatori sul tema.

Tanti gli argomenti trattati: la realizzazione di aree verdi permanenti intorno alle maggiori conurbazioni e di filari alberati lungo le strade; il rinverdimento delle pareti e dei lastrici solari, la creazione di giardini e orti e il miglioramento degli spazi per consentire un adeguamento dell’edilizia e delle infrastrutture pubbliche e scolastiche che garantisca, per quanto di competenza, la riqualificazione degli edifici.

È importante, oggi più che mai, prendere in esame questi cambiamenti, il progetto è uno dei più  importanti impegni previsti dal piano nazionale di ripresa e resilienza.

All’evento erano presenti il Presidente nazionale dell’associazione, l’avv. Pietro Marino, il il dott. Pietro Cinaglia responsabile regionale Vitambiente, la dott.ssa Elisabetta Motta Responsabile Nazionale Cultura di Vitambiente, l’avv.to Rita Parentela Responsabile del Circolo di Catanzaro dell’associazione, la dottoressa Luigia Ruga dell’Università di Perugia, la prof.ssa Francesca Ferraro per il Liceo Siciliani, il Prof. Orazio Conti per l’istituto Agrario.

Dal convegno è emerso quanto importante sia la strada da percorrere nelle decisioni politiche su piante e boschi nelle città italiane, una strada che dovrebbe essere percossa da tutti, amministrazioni e cittadini collettivamente, in partnership, a prescindere dalle ideologie, dai principi, proprio perché l’ambiente è un bene e patrimonio della comunità umana.

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L’obiettivo pertanto sarebbe quello di sviluppare una strategia nazionale del verde urbano che fissi criteri e linee guida per la promozione di foreste urbane e peri-urbane coerenti con le caratteristiche ambientali, storico-culturali e paesaggistiche dei luoghi.

Tale strategia si dovrebbe basare su tre elementi essenziali: l’aumento delle superfici di verde presente nelle città, ridurre le superficie asfaltate e adottare le foreste urbane come riferimento strutturale e funzionale. La foresta urbana include tutti gli aspetti del verde urbano quali lembi di bosco, viali alberati, grandi parchi, giardini, ville storiche, verde di quartiere, e verde architettonico compreso il bosco verticale e i tetti verdi.

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La strategia dovrebbe prevedere inoltre il coinvolgimento di professionisti del settore, con  competenze necessariamente multidisciplinari per sviluppare idonee politiche pubbliche e indirizzare le amministrazioni comunali verso la realizzazione di piani e progetti basati sui servizi eco-sistemici e sulla rete di infrastrutture Verdi adeguate per raggiungere precisi obiettivi di ordine sociale, ambientale, finanziario e occupazionale.

L’urbanizzazione con le migliorie che implica, servizi, risparmi in tempo e denaro, comporta purtroppo un crescente aumento della popolazione nelle città, la loro conseguente espansione a discapito del poco verde rimasto dentro di loro e fuori di loro.

In Europa i tre quarti della popolazione vivono in ambienti urbani, nel 2050, oltre 6 miliardi di esseri umani vivranno nei centri urbani, la data è alla porta. Vivere in città non favorisce il contatto con la natura e può aumentare l’esposizione ad alcuni rischi ambientali, come l’inquinamento atmosferico e acustico.

È necessario risolvere questi problemi, affinché le città siano ambienti di vita salutari e sostenibili, da proteggere sempre da ogni  male.

Un pensiero in tal senso corre anche e soprattutto a quanto, in questi giorni, sta accadendo nelle città Ucraine, dove la devastazione della guerra sta causando un disastro ambientale anche all’interno dei centri urbani e nei confronti del loro verde.

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Gli spazi verdi, l’ambiente naturale in generale, possono offrire approcci e soluzioni innovativi per migliorare la qualità degli ambienti urbani, rafforzare la resilienza della comunità e promuovere stili di vita sostenibili, migliorando, così, salute e benessere dei cittadini.

I parchi, le aree gioco, il verde nei luoghi pubblici e privati sono elementi essenziali di questi approcci e possono far sì che: chi vive in città sia a contatto con la natura;  la biodiversità urbana sia mantenuta e protetta;  i rischi ambientali, quali inquinamento atmosferico o acustico, siano ridotti;  gli effetti degli eventi climatici estremi (ondate di calore, piogge molto forti o inondazioni) siano attenuati;  la qualità della vita urbana sia migliore; salute e benessere dei residenti accrescano.

Queste aree sono un elemento importante dei servizi e degli spazi pubblici all’aperto e possono essere un contesto ideale per la promozione della salute per tutti i membri della comunità.

Si è fatto anche un riferimento al periodo delle restrizioni sanitarie nel periodo della quarantena, che ha portato gli specialisti del settore di prendere in considerazione la necessità di una diversificazione degli spazi verdi, giardini e viali alberati, piuttosto che dei parchi urbani (che sono stati chiusi). I cittadini hanno maggiormente visitato aree a breve distanza da casa, molti hanno lamentato l’impossibilità di stare all’aria aperta e incontrare altre persone nelle aree verdi, e soprattutto l’impossibilità di osservare la natura. Queste percezioni sottolineano l’importante funzione sociale, ambientale e culturale delle aree verdi oltre la tutela dell’ambiente.

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Il verde urbano può ridurre i rischi per la salute derivanti dalla vita in città, attraverso il miglioramento della qualità dell’aria e dell’acqua, l’attenuazione dell’inquinamento acustico e la mitigazione degli impatti degli eventi climatici estremi, l’abbassamento della temperatura all’interno della città.

Inoltre migliora il benessere riducendo lo stress, favorendo lo svago e l’attività fisica, così come una maggiore interazione sociale e la coesione della comunità, un miglioramento della salute mentale, della condizione fisica e cognitiva, del sistema immunitario.

Tali progetti necessitano della volontà di intervento e di cambiamento della popolazione umana, l’ambiente è un bene comune, di tutti, pertanto il cambiamento deve sopraggiungere da noi cittadini prima e dalle amministrazioni dopo.

La cosa giusta da fare con la tutela dell’ambiente cittadino, con il verde urbano, è sicuramente studiare un programma di piantumazione che possa incuriosire e stimolare inconsciamente la psiche umana. È importante la partecipazione della comunità nella progettazione, nella creazione e nella manutenzione del verde urbano.

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Progettare per le persone significa progettare con le persone, la comunità dovrebbe essere coinvolta sin dalla progettazione per raccogliere le attese, le necessità dei residenti locali in merito alle aree verdi che frequentano o che vorrebbero frequentare, in cui vivono nel loro intimo familiare e del focolare domestico.

Gli organizzatori dell’evento, in nome del Presidente nazionale del movimento Vitambiente, ringraziano gli studenti che hanno partecipato costruttivamente all’evento ponendo numerose domande, i loro accompagnatori, il dirigente scolastico del liceo scientifico prof.ssa Filomena Rita Folino, il dirigente scolastico dell’istituto tecnico Agrario Statale “Vittorio Emanuele II”  prof.ssa Rita Elia.

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