Molestie, Rosita Mercatante: “A me al Ceravolo è andata così”

CRONACA E TIFO

*di Rosita Mercatante, già conduttrice ‘DopoStadio’

Sono stati tanti i miei post-partita fuori dallo Stadio ‘Nicola Ceravolo’ di Catanzaro.

Tante le domeniche pomeriggio trascorse appostata lì, fuori da quelle imponenti mura che ad ogni gol delle Aquile sembravano venire giù. Ero insieme al cameraman Maurizio Santoro ad attendere i miei intervistati: i tifosi giallorossi. Che ci fosse stata la pioggia o il vento – molto probabile sui Tre Colli -, che il risultato fosse stato una vittoria o una sconfitta, ero sempre lì, a condurre il mio caro DopoStadio, format di CatanzaroTV, da sempre apprezzato dal pubblico e poi duplicato anche da altri.

Ed ogni volta non accadeva nulla di scontato: i supporters delle Aquile trovavano spazio per esprimere a caldo il proprio pensiero, fare riflessioni e dare sfogo alle proprie emozioni.

Gli argomenti affrontati erano svariati: dalla più o meno numerosa presenza del pubblico sugli spalti, alle scelte tecniche dell’allenatore, alla politica societaria e, naturalmente, al risultato sportivo. C’era chi più schivo davanti alla telecamera si limitava ad un commento breve e fugace, altri che da veri padroni della scena si trasformavano in impeccabili opinionisti da salotto.

Qualcuno tra i più attempati riavvolgeva il nastro per ricordare la gloriosa storia calcistica della sua squadra. Commenti a volte conditi dall’entusiasmo, altre – più frequenti a quell’epoca – da un pizzico di amarezza per aver assistito a qualche brutta performance dell’amato Catanzaro. Eppure nessuno ha mai sfogato la propria frustrazione con gesti o parole che potessero offendermi.

I recenti fatti di cronaca, noti ormai a tutti, mi hanno portato a riflettere su quella esperienza personale, alquanto formativa per la mia carriera professionale.

La giovane inviata fra i tifosi usciti dal Ceravolo

Ero anch’io una giovane ‘inviata’ spesso indossavo jeans attillati e tacchi alti. Proprio come Greta Beccaglia, palpeggiata da un tifoso in diretta mentre stava intervistando gli spettatori che defluivano dallo stadio dopo la partita Empoli-Fiorentina di sabato scorso. Ebbene mi sono tornate alla mente le tante giornate trascorse lì, fuori dal Ceravolo per raccogliere i commenti dei supporters giallorossi. Un momento bello ed interessante ma con diversi risvolti.

Specie al risultato negativo del Catanzaro o in giornate più complesse di altre (derby, contestazioni della tifoseria, ecc.) sapevo che avrei dovuto avere molto sangue freddo e maturità. Ci si poteva aspettare di tutto: dal commento colorito, allo sfogo più accaldato. Mai però ho avuto la percezione che avrei potuto subire quel che è accaduto a Greta. Un gesto insomma che gli ospiti di quel DopoStadio catanzarese non avrebbero mai potuto compiere verso la mia persona.

Ciò perché in quella bellissima esperienza ho conosciuto da vicino una tifoseria giallorossa genuina, appassionata, romantica, che riusciva sempre a regalare a me ma soprattutto ai telespettatori preziosi momenti all’insegna dell’ilarità e della briosa e frizzante allegria. Era infatti questa l’atmosfera che si respirava sempre in tutto il quartiere Stadio e non solo nell’immediato post gara ma durante tutta la giornata dedicata al Catanzaro.

Personalmente ho conosciuto la tifoseria migliore che potessi incontrare, che ha saputo accogliermi senza mai farmi sentire un’estranea, né tantomeno una inviata da ‘sbeffeggiare’ o ‘molestare’. Ho conosciuto una tifoseria giallorossa popolata da famiglie, da giovani e meno giovani.

Rispetto per Greta e tutte le giornaliste

Da tanti personaggi originali, stravaganti, a tratti pittoreschi che proclamavano il loro amore incondizionato per i colori giallorossi, visceralmente legati anche alla propria città. Disposti ad andare al seguito della squadra sia quando era vincente che quando risultava perdente. A gennaio del 2017 ho condotto la mia ultima puntata di DopoStadio ma ho continuato a sentirmi una di loro, una con l’aquila imperiale tatuata sulla parte destra del cuore.

Per ritornare al brutto episodio che ha riguardato Greta, alcuni lo hanno definito un gesto goliardico, da buontemponi. Ed invece no! Quel gesto offende la donna in primis e tutte le ‘giornaliste’ sportive poi.

Che da alcuni “tifosi” e, spesso anche dagli stessi colleghi, vengono purtroppo considerate come poco avvezze al mondo del calcio e magari solo ‘belle presenze’ in cerca di vetrina. Niente di più sbagliato: dietro a quel microfono fuori gli stadi ci sono soprattutto donne innamorate del calcio e del loro lavoro fatto di tv e di giornalismo. Ciò che da sempre, nonostante le innumerevoli difficoltà incontrate, hanno animato e animeranno la mia attività e la mia vita.

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