Recupero stazione FS Sala: una ‘santa battaglia’ da discutere in Consiglio

di Claudio Ruga*

Negli ultimi tempi si stanno susseguendo interventi di autorevoli personaggi catanzaresi che auspicano il recupero della stazione ferroviaria di Catanzaro Sala, dismessa nel 2008.

Finalmente sembrerebbe che la battaglia delle trenta Associazioni, che da tempo si battono per il suo recupero e la sua riapertura ai servizi ferroviari, stia finalmente svegliando dall’apatia la sonnecchiante classe dirigente catanzarese e sia condivisa anche da alcuni politici ed intellettuali.

Dragone, Corsi e Fiorita

Sergio Dragone, per esempio, on una sua riflessione a mezzo stampa dal titolo “Ecco perché il recupero della vecchia stazione di Sala è una questione strategica e vitale per Catanzaro” l’appena scorso 27 ottobre si chiedeva provocatoriamente: “Provate ad immaginare Roma senza la stazione Termini o Milano senza la sua stazione centrale o Torino senza Porta Nuova o ancora, Napoli senza la sua celebre Centrale…..” e, addirittura, reputava “santa” la battaglia per il recupero della storica stazione di Catanzaro Sala, perché considerata l’unica possibilità per la rinascita di Catanzaro, Capoluogo al crepuscolo.

Alle affermazioni dell’intellettuale Sergio Dragone, ad appena un giorno di distanza hanno fatto eco quelle del consigliere comunale Antonio Corsi, che si chiedeva: “Riattivarla, se non ora quando?” che affermava “è stato un errore sopprimerla e assecondare FS nel disegno di costruire una nuova stazione fantasma”.

In questi giorni anche l’ex consigliere comunale Nicola Fiorita, leader di Cambiavento e candidato a Sindaco alle ultime amministrative, si è arruolato nei ranghi dei supporter del Comitato e, sull’onda critica scatenata dall’assurda creazione in seno alla neonata Giunta Regionale di una delega mirata ad assicurare “Azioni di sviluppo per la città Metropolitana di Reggio Calabria” ha chiesto che il presidente Occhiuto predisponga un testo di legge regionale che provveda alla riaffermazione del ruolo di Catanzaro quale Capoluogo della Calabria, elencando tra le priorità anche la realizzazione della tratta ferroviaria veloce Catanzaro-aeroporto e il recupero della Stazione di Catanzaro Sala.

Gli interventi di Dragone, Corsi e Fiorita ci fanno sperare che, forse, si stia per imboccare la strada giusta per concludere con successo la nostra battaglia che, si badi, non è animata dai più retrivi spiriti campanilisti – quelli che Fiorita addebita ad Occhiuto – ma è tesa ad assicurare a Catanzaro gli indispensabili livelli di servizi, adeguati per un capoluogo di regione.

I deficit senza la stazione

Non più pullman a trazione diesel, o l’auto propria, quali uniche possibilità per i catanzaresi per poter salire su un treno;

un insufficiente sistema di trasporto ferroviario catanzarese; non più scelte sbagliate quale sarebbe quella di far credere che la stazione di Catanzaro Lido possa servire per accogliere i flussi dei viaggiatori verso il tirreno;

la nostra città isolata non più isolata perché posizionata sulla linea jonica, sostanzialmente in disuso, senza prospettive, utilizzata solo per sperperare le pur poche risorse nel tentativo di elettrificarla, non considerando che è la conformazione della linea e non la modalità di trazione che determina la velocità; non più Catanzaro tenuta fuori dai programmi di sviluppo e dimenticata anche dal PNRR.

Ora che la “Santa battaglia” della riattivazione della Stazione ferroviaria di Sala ha finalmente conquistato la ribalta cittadina, chiediamo ai politici cui stanno veramente a cuore le sorti della città di fare un passo in più e si adoperino – ora, subito, e non quando si aprirà la campagna elettorale per le elezioni della prossima primavera – per la convocazione di un consiglio comunale ad hoc aperto. Come dice Greta Thunberg: “Fatti, non bla, bla, bla”.

*ingegnere, delegato delle associazioni

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