In varie località della costa jonica catanzarese – zona del Soveratese – nonché in Lazio,
Piemonte e Lombardia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Catanzaro e del
ROS hanno eseguito un provvedimento cautelare emesso dal G.I.P. del citato
capoluogo, a carico di 44 persone (15 in carcere e 29 agli arresti domiciliari), ritenute
responsabili, a vario titolo, di “associazione di tipo mafioso”, “procurata inosservanza
di pena”, “furto”, “estorsione”, “minaccia”, “traffico, anche internazionale, di armi”, tutti
aggravati dalle finalità mafiose, nonché “scambio elettorale politico mafioso” e
“coltivazione e detenzione ai fini di spaccio di sostanza stupefacente”.
L’indagine – condotta anche attraverso complesse attività tecniche – ricostruisce, a
livello di gravità indiziaria (salvo il vaglio nel contraddittorio tra le parti), l’operatività
della locale di ‘ndrangheta di Guardavalle (Catanzaro), attiva nel Soveratese e con
ramificazioni al Centro-Nord Italia, dedita a estorsioni, danneggiamenti, traffico di
armi, violazioni in materia di stupefacenti, nonché al condizionamento della P.A..
Nel corso delle investigazioni, sono stati rintracciati e arrestati 3 latitanti, tra cui
Cosimo Damiano GALLACE, 64enne, vertice della citata locale e bloccato il 7 ottobre
2021 in un bunker realizzato all’interno di un impianto di calcestruzzo di Isca sullo
Ionio (CZ).
Le indagini hanno quindi ricostruito, anche grazie all’analisi delle chat emerse dai
criptofonini (tecnologia SkyECC) in uso ai sodali, il ruolo di una famiglia di
imprenditori edili di Badolato (CZ) nella “gestione” della latitanza del GALLACE, al
quale venivano garantiti vitto e alloggio in bunker, realizzati ad hoc e dotati di
videosorveglianza/allarme, nonché il trasporto negli spostamenti suoi e degli stretti
familiari.
Gli investigatori dell’Arma hanno ricostruito, sul piano cautelare, le attività delittuose
del sodalizio dedito al controllo del territorio e dell’economia locale attraverso
estorsioni e furti, nonché la detenzione di marijuana, la coltivazione di cannabis, la
detenzione e il porto in luogo pubblico di armi e il traffico di armi, anche da guerra,
provenienti da Serbia, Montenegro e altri Paesi.
È stato altresì ricostruito, a livello di gravità indiziaria, lo scambio elettorale politico-
mafioso in occasione delle elezioni comunali di Badolato tenutesi nell’ottobre 2021 e
l’ingerenza della cosca e della citata famiglia imprenditoriale nelle decisioni di
quell’amministrazione.
È emersa, infine, l’intestazione fittizia delle aziende dei fiancheggiatori e le
cointeressenze della locale nei loro affari imprenditoriali, tra cui l’interesse della
cosca alla realizzazione di un metanodotto nel foggiano.
Contestualmente all’esecuzione della suddetta Ordinanza, infatti, i militari del
Comando Provinciale di Catanzaro e del ROS stanno eseguendo un decreto di
sequestro preventivo d’urgenza delle quote e dei beni mobili/immobili (tra cui 2 cave)
di 2 società (calcestruzzi e trasporto inerti), riconducibili alla citata famiglia
imprenditoriale, oggetto d’intestazione fittizia.
Il procedimento per le fattispecie di reato ipotizzate è attualmente nella fase delle
indagini preliminari.