Grande Catanzaro, primo ‘ok’ da Dipartimento Presidenza CdM

“Tutti guardano la proposta della Grande Catanzaro come una novità e una rottura con un passato isolazionista”.

L’autorevole promozione del progetto portato avanti dal sindaco del Capoluogo Nicola Fiorita e da altri 14 sindaci dell’Area è venuta dagli esperti del Programma Italiae che fa capo al Dipartimento Affari Regionali e Autonomie presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri. Si tratta di esperti che affiancano gli Enti pubblici italiani nei processi di aggregazione e di gestione associata dei servizi e che, nella fattispecie, stanno seguendo i primi passi dell’ambizioso progetto.

La considerazione di sintesi è contenuta nel primo rapporto stilato da Italiae dopo i confronti preliminari con i sindaci, gli assessori e i dirigenti di Borgia, Botricello, Caraffa, Cropani, Gasperina, Gimigliano, Girifalco, Marcellinara, Pentone, San Floro, Sellia Marina, Settingiano, Simeri Crichi, Stalettì.

Un documento preliminare, denominato “prime evidenze”, ma che contiene fondamentali indirizzi per il lungo lavoro che attende i sindaci dell’Area, impegnati ad ottimizzare le loro azioni di governo e ricondurle ad un unico progetto di sviluppo.

Da questa indagine condotta in parte sul campo e in parte attraverso l’esame di documenti, “Italiae” ha tratto tre indirizzi molto condivisi dai sindaci: il primo, l’unione deve avvenire gradualmente e mantenendo l’autonomia dei singoli Comuni; il secondo, tutti convengono sul fatto che aumenterà il peso politico sia del Capoluogo sia dei singoli Comuni; il terzo, la gestione condivisa dei servizi può essere una soluzione per sopperire alle carenze di personale e di professionalità.

Uno dei nodi affrontati dagli esperti di Italiae è quello della forma tecnico-giuridica più opportuna per la governance dell’Area. Nel mentre tutti i sindaci sono favorevoli ad un percorso di associazione dei servizi, una buona maggioranza considera l’Unione tra Comuni una possibile soluzione, da preferire al sistema delle convenzioni dirette tra Comuni che spesso non hanno funzionato come sperato.

LE FRAGILITA’ DELL’AREA 

Il documento analizza le principali fragilità dell’area, riconducibili in massima parte al deficit infrastrutturale, alla disoccupazione giovanile, all’assenza di una filiera turistica, alla marginalità del comparto agricolo, alla criticità nei processi di relazione urbana e mobilità reciproca, ai livelli non omogenei di sviluppo tra i vari Comuni, alla mancanza di una visione/traiettoria condivisa.

I FATTORI DI “SBLOCCO” DELLO SVILUPPO DELL’AREA 

Gli esperti di “Italiae” individuano alcuni importanti fattori di “sblocco” dello sviluppo: interventi infrastrutturali,  una vera politica del turismo, la maturazione di una consapevolezza della particolarità/unicità del territorio.

I SERVIZI CHE POSSONO ESSERE ASSOCIATI 

Secondo “Italiae”, i servizi che possono essere associati sono: il trasporto pubblico locale e la mobilità sostenibile, i tributi (anche con la bollettazione), lo sviluppo del distretto turistico, la polizia locale e la protezione civile, la gestione delle infrastrutture e gli uffici tecnici, la cultura (positivo il riscontro della Carta dei Comuni del Politeama), la SUA e i servizi sociali.

GLI OSTACOLI AL PROGETTO 

Esistono anche degli ostacoli che appaiono però, a parere degli esperti, superabili: di natura culturale legati a mentalità improntate al localismo; di natura gerarchica, “evitare imposizioni dall’alto”; di costi, facendo attenzione alla ripartizione.

“Le prime evidenze di Italiae – ha commentato il sindaco Nicola Fiorita – confermano che siamo sulla strada giusta. Sarà un percorso non breve e non privo di ostacoli, ma per la prima volta un progetto di rafforzamento dell’Area Catanzarese prende forma concretamente. Ringrazio i sindaci dei Comuni per la loro apertura mentale, per la loro sensibilità culturale e politica che sta andando al di là delle appartenenze e degli schieramenti. Emerge la consapevolezza che tutti assieme possiamo diventare una forza e nello stesso tempo migliorare la qualità della vita delle nostre popolazioni. E’ un’idea forte e strategica di sviluppo che porteremo avanti con determinazione, consapevoli che ci vorrà tempo, ma soprattutto tanto lavoro”.

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