Nascita, resistenza ed autonomia dell’Università di Catanzaro (1a parte)

di Aristide Anfosso promotore Collettivo studenti di Medicina Catanzaro (1976)

Era sabato 14 agosto 1982 quando il presidente della repubblica sandro pertini firmava la legge n.590 con la quale veniva istituita l’università di reggio calabria, al fine di “promuovere lo sviluppo e il progresso della cultura e delle scienze attraverso la ricerca e l’insegnamento e per contribuire allo sviluppo civile, culturale, sociale ed economico della calabria e del paese”.

La legge 590/1982 rispondeva a due esigenze: da un lato potenziava la struttura monofacoltà (agraria) di reggio calabria, istituendo la facoltà di ingegneria; dall’altra rispondeva alle esigenze di catanzaro, dove già dal 1972 si era costituito un consorzio per la promozione della cultura e degli studi universitari.

Il nuovo assetto dell’Università di Reggio Calabria divenne così il seguente: facoltà di Architettura, Ingegneria e Agraria, con sede a Reggio; facoltà di Giurisprudenza, Medicina e chirurgia, con sede a Catanzaro, alle quali si aggiunse, nel 1992, la facoltà di Farmacia, sempre con sede nel capoluogo di regione.

A decorrere dal 1 gennaio 1998 venne istituita e resa autonoma l’Università di catanzaro.

si compiva nel 1998 un cammino iniziato 25 anni prima nel centro storico di catanzaro, nelle sale del Circolo Unione di Palazzo Fazzari.

Fu Salvatore Blasco, presidente di quel circolo culturale e presidente del Tribunale di Catanzaro, a maturare ed a portare avanti l’idea di realizzare  corsi universitari in citta’.

La sua intelligenza, la sua tenacia, la sua lungimiranza e l’amore per la sua terra lo portarono a costituire il “Consorzio della Libera Universita’ di Catanzaro” un ente privato che ebbe il merito, in accordo con l’Universita’ di Messina e quella di Napoli, di attivare nel 1973 i corsi di giurisprudenza, medicina, scienze politiche e pedagogia.

Blasco fu aiutato in questa “ impresa” da alcuni suoi amici: l’on. Errnesto Pucci, l’on. Franco Bova, l’on. Elio Tiriolo, l’ing. Vincenzo Speziali, amici che ebbero un ruolo fondamentale per la nascita del consorzio, per la sua sopravvivenza e fino alla trasformazione del consorzio in universita statale.

Fu però nell’anno 1972 che venne costituito il Consorzio per la Libera Università, con l’aiuto della Camera di commercio rappresentata da Elio Tiriolo, dall’associazione Coldiretti rappresentata dall’on. Ernesto Pucci, dall’Unione dei commercianti rappresentata dall’on Francesco Bova e dall’Associazione industriali rappresentata dall’ing. Vincenzo Speziali.

Il primo contatto il presidente del Consorzio Blasco l’ebbe a Messina nell’autunno del 1972 con il rettore di quella Universita’ prof. Salvatore Pugliatti, con il preside della facolta’ di Medicina prof. Gaetano Livrea, con l’ordinario di microbiologia prof. Mario Teti, con il direttore amministrativo dr. Antonio Casella.

Vi parteciparono il presidente del consiglio di amministrazione dell’Ospedale regionale di Catanzaro avv. Mario Salerni, il direttore sanitario prof. Stelio Cannistra’ ed il consigliere delegato avvocato Federico Maria Ferrara.

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Blasco assicurò ai docenti, per tramite del rettore, il massimo appoggio logistico ed organizzativo. A distanza di qualche settimana i rappresentanti del consorzio incontrarono a Napoli il rettore della seconda universita’ “Federico II” prof. Beniamino Tesauro ed il prof. Mario Condorelli.

Il 27 gennaio 1973, nell’Aula magna del Seminario Pio X, si inauguro’ il primo anno accademico che fu presieduto dal Magnifico rettore della Libera Universita’ sen. Alfonso tesauro.

“Si respirava un’aria di grande elettricità ed eravamo tutti molto emozionati” ricorda il dr. Piero Canino, responsabile dei corsi di medicina, pedagogia e scienze politiche.

I docenti che tenevano le lezioni erano i titolari delle cattedre nelle rispettive facolta’ pertanto nei corridoi delle aule del Seminario, all’epoca si incontravano i professori Angelo Falzea, Mario Condorelli, Beniamino Tesauro, Temistocle Martines, Francesco Paolo Casavola, che dopo qualche anno fu eletto presidente della Corte Costituzionale, Giovanni Giordano Lanza, Gaetano e Francesco Salvatore, Filiberto Cimino, Giancarlo Valletta , Pietro de Franciscis, Italo Covelli, Bruno Angelillo e tanti altri.

I corsi di medicina erano tenuti nelle sale dell’ospedale Pugliese. Gli studenti, all’epoca, avevano la doppia iscrizione, a Catanzaro con la Libera Universita’ ed a Napoli o a Messina con le facolta’ di appartenenza. Gli esami venivano effettuati nelle rispettive sedi universitarie.

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La scelta di collegarsi alla II facolta’ di Medicina di Napoli nacque per via della grande amicizia del presidente Blasco con il  catanzarese prof. Giuseppe Critelli. Fu quest’ultimo a far incontrare il prof. Mario Condorelli con Blasco ed il dr. Ercole Amelio, allora direttore amministrativo del consorzio. L’’incontro   avvenne nel noto  ristorante  “Zi Teresa“ dove si  gettarono le basi per attivare a Catanzaro la migliore docenza e la migliore didattica.

Gli incontri successivi furono con i prof. Gaetano Salvatore, Beniamino Tesauro e Pietro de Franciscis e servirono per promuovere gli incarichi da dare ai docenti. Gli studenti di Medicina frequentavano le corsie dell’ospedale civile grazie ad una convenzione tra il consorzio e l’ospedale Pugliese.

Pochi atenei italiani avevano, a quei tempi, stabilito un connubio coì’ serrato tra Universita’ ed ospedale. I nostri studenti di medicina frequentarono fin dal primo anno le corsie ed i laboratori dell’ospedale “Pugliese” avendo così un rapporto diretto con i sanitari.

Attraverso il meccanismo delle cattedre integrate, ai sanitari fu dato compito di guida degli studenti nel periodo del tirocinio che durava sei anni e consentiva di laureare medici formati nella teoria e nella pratica. La prima cellula di quella integrazione tra ospedale ed universita’ che oggi, dopo 50 anni, si chiama “Azienda Dulbecco”.

Col passare degli anni i rapporti si intensificarono con tante istituzioni e nel presidente Blasco si venne consolidando l’idea di collocare l’Universita’ nella parte alta della Citta’ coinvolgendo la Santa Sede affinchè vendesse il complesso del seminario teologico (valutato 8 miliardi di lire dall’Ute) come sede della facolta’ di Giurisprudenza e per Medicina invece il presidente prospettava di investire nell’area dell’Istituto Agrario, del Ciaccio e ad una parte del Pugliese per la realizzazione di un policlinico.

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Sembrava che le cose, attivati i corsi di Medicina, giurisprudenza, Scienze politiche e Magistero, potessero andare bene, che si potesse marciare, col tempo, verso la statizzazione.  Dopo il primo biennio, caratterizzato dall’incremento delle iscrizioni e della visibilità dei corsi, nubi nere e tempesta stavano per abbattersi sul consorzio e sulla sorte degli studenti.

Forti ingerenze politiche e minacce di ogni genere incombevano sul destino dei corsi di Catanzaro.

A Roma il ministro della Pubblica istruzione on. Malfatti confermava una netta chiusura alla istituzione delle Universita’ di Catanzaro e di Reggio Calabria, dove da anni erano attivi i corsi di Architettura. Per Catanzaro il ministro proponeva la riconversione dei corsi universitari della libera universita’ in “Scuole sanitarie per infermieri, ostetriche e tecnici”.

A Cosenza invece l’on. Misasi e l’on.  Mancini chiedevano semplicemente di porre fine alla esperienza universitaria catanzarese e di ricollocare successivamente la facoltà di Medicina e giurisprudenza nell’Unical di Rende.

Nei primi mesi del 1976 il Consorzio della Libera Universita’ di Catanzaro si trovò costretto a chiudere i corsi di Giurisprudenza, Scienze politiche e Pedagogia.

Alla fine di giugno del 1976 sarebbe toccata stessa sorte al corso di Medicina. Sarebbe così finita l’esperienza universitaria nella Citta’ di Catanzaro, capoluogo della Calabria.

( continua)

Aristide Anfosso, medico, promotore Collettivo Studenti di Medicina di Catanzaro (1976)

 

Nella foto il Collettivo degli Studenti di Medicina di Catanzaro. Tra i promotori, assieme al dott. Anfosso, anche i futuri medici Ciccio Peltrone (poi primario di Pediatria), Ciccio Veraldi (psichiatra), Beniamino Bruzzese poi medico militare e Beppe Fratto, deceduto, per anni direttore sanitario a Crotone e Fulvio Brescia.

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