Primo Maggio, riflessioni di un imprenditore calabrese allarmato

Bando alle retoriche ed alle manifestazioni pre-confezionate.
Malgrado siamo ormai praticamente fuori dalla pandemia riprende con preoccupazione l’analisi economica del territorio, solo in parte rischiarata dalle continue previsioni positive di un PNRR tutto ancora da decifrare.
Nella nostra regione tornano problemi sindacali ed indicatori che andrebbero subito verificati.
Abbiamo scelto le pertinenti osservazioni di un imprenditore già noto per il suo impegno nel commercio bio-naturistico ed una vocazione alle analisi socio-economiche nazionali e locali.
di Gianni Sgro* imprenditore autonomo
1° maggio, c’è chi festeggia per il pieno di Utili e chi è imprigionato-trascinato da un’economia senza etica.
31 imprese al giorno in Calabria “cessano” di intraprendere, lottare, resistere e cessano soprattutto di dare Lavoro.
Oggi 1 maggio è la “festa” del lavoro è anche la giornata per ricordare che dietro il lavoro c’è un imprenditore o imprenditrice che investe tutto il suo tempo tutta la sua giornata a tutelare quelle che sono le prerogative di tutte le imprese: COLLABORATORI, FORNITORI,FITTI e CONTRATTI, TASSE & UTENZE, ASSICURAZIONI, FORMAZIONE, SOPRAVVENIENZE e MANUTENZIONE, DIFFERENZE INVENTARIALI, CONCORRENZA e tante altre dinamiche che ribollono spesso dentro ognuno di noi e che avendo fatto una scelta imprenditoriale in silenzio sopportiamo e anzi cerchiamo di dare supporto e serenità ai tanti collaboratori che nei loro piccoli o grandi problemi spesso ci trascinano emotivamente e come se non bastasse si cerca di incoraggiarli. La giornata del lavoro è anche la giornata di chi il lavoro lo fa, lo crea e non solo di chi lo esegue.
Dietro le 31 chiusure al giorno ci sono innanzitutto i lavoratori che perdono il lavoro ma anche le loro famiglie che di quel lavoro traggono sostegno, dietro quel lavoro c’è che la famiglia dell’imprenditore che spesso rimane sul “pezzo” 14 ore al giorno 7 su 7 come si suol dire.
La festa del lavoro la vorrei dedicare a tutti quelle donne e uomini che domani non sapranno quale sarà il loro destino lavorativo, a quelle 31 imprese che in Calabria ci avevano creduto, ci hanno messo l’anima il cuore e tanti soldi. Dietro una fine attività a conti fatti ci si lascia spesso debiti con fornitori,dipendenti,erario e miriadi di incombenze stipulate con decine di enti e “attori erariali”.
Oggi 1 maggio non è una festa per nessuno ma è solo un momento per dire “uniamoci e partiamo” uniamoci in una nuova forma collaborativa, uniamoci in una nuova economia, uniamoci in un nuovo desiderio di costruzione comune, spogliamoci dell’arroganza e della prevaricazione. Leggere che le banche italiane hanno accumulato UTILI per 4,9 miliardi (+73%) nell’anno orribilis per le imprese medio piccole è uno schiaffo al buon senso e alle buone pratiche spesso professate nei loro spot. Le società elettriche ed energetiche utili con +320% di utili…cosa si festeggia oggi primo maggio?
Festeggiamo l’inflazione che ha raggiunto il 15% per il ceto medio, medio basso e per chi vive con piccole pensioni o sussidi? Cosa significa questo? I lavoratori con redditi sotto i 30.000 euro spenderanno ,per le stesse cose e per gli stessi servizi, il 15% medio in più nonostante gli stipendi siano sempre gli stessi.
Le banche e i banchieri hanno il polso della situazione giorno per giorno di tutto, sono loro che devono fare educazione finanziaria, sono loro che devono operare nella piena legalità ed evitare di scendere a patti con l’illegalità e la prevaricazione finanziaria, le banche sono il cuore pulsante delle nostre aziende e hanno la regia delle nostre attività e dei nostri lavoratori.
Non siamo sereni, non siamo fiduciosi, non mi posso illudere di essere ascoltato, scrivo una cosa però…non riuscirete mai ad avere benessere in un ambiente commerciale, industriale e sociale pieno di conflitti, siamo tutti sulla stessa barca non dimenticatelo.
Buon 1 maggio a tutti noi.

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